Ho avuto un problema con la macchinetta del caffè in ufficio (non abbiamo quella con la chiavetta/app/monetine, ma una con la quale ci facciamo il caffè da soli), la riparazione sarà lunga e avevo bisogno di un muletto. Sono stato autorizzato a prendere una di quelle a cialde e, visto che nel entro commerciale dove ho preso le cialde, c’è un noto negozio di casalinghi, sono entrato e ho chiesto se avessero una macchinetta economica di questo tipo. C’era, 70€, presa e portata in ufficio.
Si sa, al lavoro senza caffè è peggio del lavoro senza corrente, quindi, missione compiuta, tutti felici.
Dopo qualche giorno e qualche decina di caffè ci accorgiamo che sotto la macchinetta si fa un lago d’acqua. Controlliamo di aver messo bene il serbatoio, ma nulla cambia.
È una cosa che capita sempre più spesso. Vado in hotel da qualche parte, per piacere o per lavoro, cerco la Wi-Fi, mi collego e poco dopo scendono le madonne perché c’è qualche problema.
Parto dalla questione tecnica (lavoro nelle reti da anni), per poi arrivare al perché nelle strutture ricettive è necessario che il WiFi ci sia e funzioni bene al servizio degli ospiti, al pari della pulizia della stanza, della disponibilità del bagno e della corrente elettrica.
Ho dovuto affrontare quasi 2000 km di autostrada in 5gg e, mio malgrado, mi sono scontrato con un problema enorme: gli automobilisti non sanno guidare in autostrada (anche in città, ma a 130km/h, in tanti insieme, è peggio).
L’autostrada è uno dei posti più noiosi, pericolosi e antipatici dove ci si possa trovare, indipendentemente dal livello del lusso dell’auto dentro la quale si sta viaggiando. Una lunga striscia di asfalto dove si è alla mercé di migliaia di altri automobilisti per molte ore, senza alcun tipo di divertimento, senza potersi distrarre, con l’unico scopo di arrivare da A a B. Guidare in montagna è molto meglio, magari in moto.
Per affrontare questo dramma, è necessario sapere come farlo, farlo bene tutti e partire preparati. Forse posso sembrare un po’ il professorone che vuole spiegare le cose, ma dopo quasi 30 anni di patente (so’ vecchio) e abbondante mezzo milione di km sulle spalle, credo di poter dire qualcosina.
Ho una “vecchia” automobile. La mia FIAT Tipo è il modello del 2015 e nel 2015, per FIAT non esisteva CarPlay, che in effetti è uscito l’anno prima. Così il mio sistema uConnect, assolutamente non aggiornabile, ha un display LCD e il bluetooth, ma non permette altro che vedere il titolo della canzone in riproduzione. Se voglio il navigatore devo prendere il telefono, metterlo su un supporto esterno e attivare l’app dedicata.
Avevo preso il controller per la Xbox in edizione limitata in occasione dell’uscita di Forza Horizon. Bellissimo:
Purtroppo ha iniziato ad avere un problema. Il grilletto di sinistra, quello che nei videogiochi di guida si usa per il freno, resta incollato a fondo scala per più del tempo necessario quando lascio il dito, cosa che nel gioco fa casini con le staccate in pista. Con tristezza, ho deciso che non lo posso più usare (lo smonterò per capire se si può pulire)
Storie di ordinaria anti digitalizzazione del servizio sanitario in Piemonte.
Ho dovuto fare una terapia in un ospedale in Torino, afferente all’ASL “Città di Torino”, a fine terapia mi sono stati prescritti degli esami del sangue che non mi potevano essere fatti lì, ma dovevo arrangiarmi io per farmeli fare.
Attenzione! Lavorare con la corrente è pericoloso! Se non sai dove mettere le mani fai fare il lavoro a un professionista, io non sono responsabile se ti fai male.
Erano anni che volevo farmi un sistema un po’ smart per la gestione del citofono di casa, essenzialmente volevo queste funzionalità:
Aprire il portone con un pulsante senza chiave, anche da fuori casa
Avere la notifica del suono del campanello sul telefono, anche da fuori casa
Poter disattivare l’orrendo suono del citofono in casa, una volta attivata la notifica sul telefono
In commercio non ho mai trovato nulla che facesse al caso mio e, mettermi a giocare con i fili del citofono condominiale, per mio conto l’ho sempre visto come problematico, soprattutto con il rischio di fare danni all’impianto del condominio.
A casa nuova però ho chiesto all’elettricista di lasciare una cassetta di derivazione vuota con una canalina diretta dal citofono e una coppia di fili con la 220V, che non si sa mai
Avere cura delle proprie password è importante, qui una rapida lista di cose da fare per correre meno pericoli possibili.
Dotatevi di un password manager e mettete una password di sblocco lunga e robusta, facile da memorizzare, tipo 4 parole tra di loro scollegate. Inframezzate qualche carattere speciale. Se avete una chiavetta tipo Yubikey per sbloccarlo, meglio.
Usate una password diversa per accedere ad ogni sito e servizio.
Fate generare le password dal password manager, 24-30 caratteri con tutti i set disponibili (lettere minuscole, maiuscole, numeri, simboli), se le ricorda il password manager e le inserisce lui per voi, non vi preoccupate.
Usate l’autenticazione a due fattori ovunque, appoggiandovi a una sistema diverso dal password manager.
Se avete una chiavetta per il secondo fattore è ancora meglio dell’app che genera i numeretti.
Se dovete usare una password che dovete scrivere spesso, vale la regola di 4-5 parole non collegate tra di loro, in modo che possa essere memorizzata facilmente, ma che sia molto lunga. Inframezzate qualche carattere speciale.
Le password non vanno mai condivise con nessuno, un po’ come le mutande o lo spazzolino.
Non è necessario fare un cambio regolare di password, a meno che non si venga a conoscenza che queste siano uscite in qualche modo.
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Parto da un articolo letto sul giornale, che a causa di un furto, Bebe Vio, la nota fiorettista, ha perso la tesi alla quale stava lavorando da mesi.
Perdere dati è sempre un dramma, quando sono importanti è peggio. Il livello dell’importanza ogni persona o azienda lo dà in base al danno che questa perdita genera (tempo perso, mancanza di una consegna, perdita di un cliente, fermo della produzione, …).
L’altro giorno sono andato al supermercato a compare quattro cose veloci, in cassa ho tirato fuori il telefono, ho pagato con Apple Pay e sono andato via alla velocità della luce. Ho pensato che rispetto al pagamento con contante, il pagare con telefono. o orologio sia maledettamente più veloce e comodo e ci ho fatto un twweet:
Oggi ho visto questa foto di una pagina di giornale su Twitter
Tutto il contenuto di questa pagina mi ha fatto andare il sangue al cervello. I proprietari dei locali che ci hanno pensato, il giornalista che lo ha scritto, il sindaco di Arbus (VS) che ci ha messo il carico. Tutta gente che lavora e ha uno stipendio, aggiungerei.
No, non servono due persone che lavorano in aziende agricole per accedere a una servizio.
Ha suscitato scalpore la notizia che quella strana persona che dirige Twitter ha deciso di togliere l’autenticazione a due fattoria via SMS per chi non paga.
A me ha suscitato più terrore quando ho letto che meno del 3% degli utenti di Twitter usa l’autenticazione a due fattori.
Messaggio per te che stai leggendo: se non lo hai fatto, prenditi del tempo e attiva l’autenticazione a due fattori (abbreviata in 2FA), fai un giro su tutti i siti dove sei registrato e attivala. Qui sotto troverai un po’ di informazioni.
Vorrei dire due cose sulla questione che ha tenuto banco mediatico e politico nel primo fine settimana di febbraio 2023: il fantomatico attacco hacker mirato alle istituzioni e altri sistemi informatici Italiani. Potremmo definirla una fake news. Tanto rumore per una normale attività di malware che gira sulla rete.
Se il tuo attuale provider di posta non ti piace, perché ad esempio ha un disservizio di due o più giorni consecutivi e non ti permette di lavorare*, sei sempre in tempo a cercare un provider più serio dove migrare la tua posta.
(Se siete su Libero, questo lavoro lo potete fare quando il servizio torna, ovviamente)
Ma prima lasciatemi dire due cose sulla casella di posta elettronica.
A mio personale parere, che può differire dal parere di altri, la posta elettronica, soprattutto se usata a fini aziendali, deve avere alcune caratteristiche importanti.
La prima è che deve essere priva di pubblicità, la seconda è che dovrebbe avere il dominio registrato dall’azienda che la utilizza.
Per rispettare questi due vincoli si cade per forza su un sistema di posta elettronica a pagamento, unico che ti permette di avere le caselle di posta con il proprio dominio.
Vivo in una città del nord Italia dove ogni tanto, sempre più raramente, capita che nevichi. È successo proprio giovedì 15 dicembre 2022 e per tornare a casa, pur uscendo prima del solito, al posto dei consueti 25 minuti ci ho messo un’ora e mezza.
Sorvolo sulla pessima gestione del Comune di Torino e della Città Metropolitana di Torino (quello che una volta era la Provincia), completamente impreparato, come se fosse una qualunque città del Madagascar dove la neve neanche sanno cosa sia, vorrei soffermarmi su una cosa importante delle automobili, che spesso tendiamo a sottovalutare: gli pneumatici.
(Sì l’articolo giusto è quello, anche se, secondo me suona male)
Gli pneumatici sono l’unico tramite con il quale l’automobile imprime le forze a terra per accelerare, frenare e mantenere la traiettoria in curva.
Il contatto tra lo pneumatico e l’asfalto, con il conseguente attrito che ne deriva, è l’unico modo che abbiamo per gestire il movimento dei veicolo.
Abbiamo 4 pneumatici che toccano l’asfalto per una superficie totale di circa una carta di credito ciascuno, poi, a seconda della larghezza degli stessi la superficie può cambiare leggermente.
Quando questo contatto viene a mancare, perdiamo il controllo e l’auto va dove le pare (no, non dove le pare, ma dove l’inerzia che ha accumulato la porta, e solitamente la porta a battere da qualche parte, che sia un albero, un guardrail, un fosso, un’altra auto o altro)
È necessario che il contatto pneumatico-asfalto sia sempre mantenuto.
Sull’asciutto è tutto facile, se non si esagera
Sul bagnato le cose diventano più complicate, perché all’aumentare della velocità si accumula dell’acqua tra pneumatico e asfalto, acqua che deve essere smaltita. Ed ecco il motivo per cui gli pneumatici hanno il battistrada, quel disegno fatto di tasselli e solchi. Serve per incanalare l’acqua e non perdere mai il contatto con l’asfalto anche sul bagnato.
Non so se guardate la F1, ma loro, che possono fare quanti cambi gomme vogliono, se è asciutto viaggiano con le gomme lisce, se piove, mettono quelle col battistrada scanalato.
Pian piano, con l’utilizzo, le gomme si consumano, il battistrada diventa più sottile e le scanalature diventano meno profonde, lo smaltimento dell’acqua diminuisce, fino ad essere inefficace e poi si genera l’acquaplaning.
L’acquaplaning è quando lo pneumatico non ha più contatto con l’asfalto e viene diviso da esso da uno strato di acqua, a questo punto, qualunque cosa si faccia (sterzare, accelerare, frenare), non avrà effetto sul comportamento della vettura sulla strada. L’ho provato in un corso di guida sicura (cosa che tutti, a scuola giuda dovrebbero fare) e vi assicuro che anche in un posto controllato, non è piacevole.
Prima cosa importante: quando sono esauriti, gli pneumatici vanno cambiati
Se le gomme non sono gonfiate nel modo giusto, oltre ad avere un’usura anomala, la superficie di contatto diminuisce. Solo la parte centrale se troppo gonfia, solo le due parti laterali se troppo sgonfie. Questo fa sì che la resa cala, oltre ad vere un maggior consumo della gomma e di carburante
Seconda cosa importante: la pressione delle gomme va controllate regolarmente.
Poi arriva l’inverno, con il freddo capita di trovare l’asfalto gelato o innevato.
Le gomme normali, dette comunemente estive, iniziano a soffrire.
Sull’asfalto freddo non riescono a scaldarsi e diminuiscono parecchio l’aderenza
Sulla neve, anche se poca, i solchi del battistrada si riempiono e la gomma diventa di fatto una slick, una gomma liscia, che cerca di mantenere stabile un’auto su una superficie molto scivolosa. Poi succede come l’auto davanti a me l’altro giorno che con pochi cm di neve a terra, a 10 km/h non riusciva a fare neanche una rotonda e andava sempre verso l’esterno.
Quando lo pneumatico perde aderenza i sistemi elettronici dell’auto, come ABS (il sistema che controlla la frenata), ESP (il sistema che evita che l’auto vada in “testacoda”) e ASR (il sistema che limita il pattinamento delle ruote motrici in accelerazione) intervengono. Ma se tutti gli pneumatici hanno perso aderenza, non c’è sistema elettronico che tenga, tenetelo bene a mente.
Che si fa?
Si cambiano le gomme e si mettono quelle invernali, che sono sensibilmente diverse. Sulla gomma c’è l’indicazione “M+S” che sta per Mud + Snow, fango e neve.
Hanno una mescola più morbida e scaldano meglio anche su asfalto freddo, ma ovviamente si consumano prima, se non sono tolte in estate.
Hanno un battistrada differente, fatto in modo che scarichi anche la neve a ogni giro completo (guardate una vettura in montagna con le gomme invernali, non la vedrete con il battistrada intuppato di neve, ma sarà molto più libero)
Il battistrada, inoltre, morde meglio sulla neve, lo si sente proprio, e permette di muoversi sia nella neve fresca che in quella compatta. Non fanno le magie, ma salvano. Nei casi più gravi salvano solo le catene.
Ma cambiare le gomme ogni 6 mesi è una rottura di scatole. La coda dal gommista, ci va un posto dove tenerle, poi invecchiano e così via.
Esistono le gomme 4 stagioni, che vanno bene sempre, sono un po’ più rumorose delle estive, durano un po’ meno (dicono, io ci ho fatto 80.000km), se la cavano bene sul bagnato e salvano sulla neve in città, non fanno le magie, ma permettono di impostare una traiettoria, mantenerla, riuscire a rallentare ed evitare di rimanere impatanati in pochi cm di neve. Ovviamente sono meno specializzate delle invernali e non sono eccellenti come quelle specifiche nelle condizioni più difficili.
Terza cosa importante: in inverno, obbligo o no, montate le gomme giuste, che la neve non avvisa, lei arriva e poi uscire da un fosso non è cosa banale.
Una vecchia pubblicità di pneumatici diceva “la potenza è nulla senza il controllo” (la qualità dei video è penosa, non ho trovato di meglio). Anche se avete solo 50CV, se non avete il controllo, è tutto più pericoloso.
Ricordatevi, se c’è poca aderenza l’acceleratore va accarezzato, si devono usare le marce alte per evitare di scaricare troppa coppia a terra che fa perdere aderenza, i freni si devono usare il meno possibile, usando invece il freno motore e, oltre ad andare piano, senza fare gli splendidi, si deve stare molto distanti dalle auto davanti, perché gli spazi di frenata sono enormemente più lunghi del solito.
Montate le gomme giuste, tenetele alla giusta pressione, cambiatele quando sono vecchie. Se vi bloccate in mezzo alla strada per la neve, perché non avete le gomme giuste, non solo siete voi ad avere un problema, ma lo state generando a tutti quelli che state bloccando. E magari tra di loro c’è un mezzo di soccorso che è ben attrezzato, potrebbe circolare comodamente e deve raggiungere qualcuno, ma non lo raggiungerà, per colpa vostra.
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Fine anno si avvicina, con lui la bolgia delle cose da fare, le vacanze, le cene questo e quell’altro, noi ci rileggiamo, articoli estemporanei a parte, dopo l’Epifania. Grazie per continuare a tornare qui a leggere!
Visto che la corrente costa, è un po’ di tempo che lavoro per cercare di spegnere più roba possibile, soprattutto di quelle cose che sono accese 24 ore su 24 e che, anche se consumano poco, in un anno incidono parecchio sulla bolletta.
Nella mia infrastruttura casalinga avevo due PC desktop piccoli, tipo Intel NUC, uno con Windows 10 e uno con Windows 11, deputati a server di sviluppo e altre amenità.
Tempo fa sono riuscito a spostare tutto dal Windows 10, che stava sull’hardware più vecchio, quindi più esoso in termini di consumi, al Windows 11.
Così ho spento 45W (sull’anno 394kWh)
Questo secondo PC con Windows 11 però non potevo mai spegnerlo perché mi serviva per alcune attività pianificate, soprattutto quelle che fanno il backup dei siti miei e di alcuni clienti e che poi li spostano su diversi servizi cloud, tramite i loro client interattivi. Roba molto vecchia.
Visto che ho un altro PC su cui gira un sistema di virtualizzazione dove c’è la macchina virtuale di Home Assistant e che c’era ancora della RAM e del disco libero, ho fatto una piccola macchina Linux con su un banale script:
Scarica tutto il sito via FTP(S) a seconda di quello che l’hosting supporta (il backup del DB ce l’ho altrove)
Lo comprime
Lo sposta su Drive con rclone (se non lo conoscete, è il caso di andare a conoscerlo e se lo installate, scaricate l’installer dal sito, quello che c’è nei repository è vecchio)
Ho pianificato il tutto, ho provato e va. Così, usando dell’hardware che era già acceso per fare altro, ho spento un altro piccolo PC che accendo solo se mi serve.
E ho spento altri 40W (sull’anno 350kWh)
Con l’occasione, visto che a casa usiamo molto i computer e siamo affezionati al dual monitor, ho provveduto a sostituire i due più vecchi, un 19” e un 24” DELL, ho preso rispettivamente un 22” HP e un 28” Samsung moderni, risparmiando rispettivamente 40W e 50W.
Il 19” era acceso una media di 10h al giorno, per un risparmio totale di 146kWh
Il 24”, da quando non lavoro più a casa, direi che sta acceso 4h al giorno circa in settimana e 10 nel fine settimana, per un totale di 104kWh risparmiati
Devo ancora dismettere un piccolo Nuc, ma al momento, sull’anno, tra dismissioni e hardware più parco in consumi, dovrei essere arrivato a un risparmio di 994kWh. Al costo attuale dell’energia, che è 0,501€/kWh sono quasi 500€ in meno di componente energia all’anno, sulle 6 bollette, la riduzione è di 80€ a bolletta (attualmente ho una tariffa più bassa perché il contratto è bloccato ed è stato stipulato in un momento fortunato, la mia riduzione dovrebbe essere intorno a 35€ a bolletta).
Per i due monitor nuovi ho speso circa 400€, rientro in circa un anno.
Stavo pensando a quelle aziende che hanno il parco PC e monitor vecchio, al costo di smaltirlo e cambiarlo con roba nuova, più veloce e più parca in consumi, chissà quanti soldi risparmierebbero nei 5 anni di ammortamento dei computer sulla bolletta elettrica.
Immaginiamo di avere 200 PC con relativo monitor.
Un nuovo PC, rispetto a uno di 4-5 anni fa, almeno 35W in meno li consuma. Assumendo 8h di lavoro al giorno per 300 giorni, sono 84kWh a PC, 16MWh in totale risparmiati.
Per il monitor assumiamo altri 40W risparmiati (ma ormai in moltissime aziende hanno 2 monitor), sono 96kWh a PC, per un totale di 19MWh in meno
Arriviamo a un risparmio di 35MWh in un anno, solo cambiando i computer.
Immaginiamo che il costo dell’energia sia lo stesso dei contratti di casa, parliamo di 17.500€ all’anno.
Un desktop con monitor direi che costa 700€, l’investimento è di 140.000€
Per cambiare un PC ci vanno 2h di un tecnico, altri 80€, per un totale di 16.000€
Il cambio dei PC costerebbe 156.000€, ma l’energia per farli funzionare sarebbe abbattuta in 5 anni di 87.500€. Il costo del cambio sarebbe di 68.500€
Ma, con i PC nuovi, gli utenti non sarebbero più obbligati ad aspettare l’avvio, il riavvio, eh, ma è lento, non risponde e così via. Facciamo 15 minuti al giorno a utente? Quanto costa un utente all’azienda, in totale, per un’ora? diciamo 15€ (ho fatto un conto spannometrico da qui prendendo il consto totale e dividendo per 8 ore al giorno per 300 giorni). 3,75€ persi al giorno per 300 giorni all’anno per 5 anni per 200 dipendenti fanno tanti soldi. Conviene avere PC più veloci. (anche se non si risparmiasse niente in energia elettrica)
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È un periodo energeticamente difficile, lo sappiamo tutti quando ci arriva la bolletta della corrente. Stiamo cercando di risparmiare, ma non vorremmo passare il Natale al buio senza neanche una lucina. È comprensibile.
Magari sarebbe interessante capire quanto costa tenere accese le luci di natale che mettiamo sull’albero, tipicamente oggi lo state portando su dalla cantina e domani lo addobberete, sul presepe o sul balcone, giusto per avere un’idea di massima dell’impatto che avranno sulla prossima bolletta.
Sei mesi fa, dopo un percorso un po’ lungo, devo ammetterlo, ho iniziato a lavorare in Google. Sì, come dipendente, assunto da Google, con la mail @google.com
Un po’ lungo perché ho fatto 6 colloqui tecnici, 2 con la recruiter e ho dovuto aspettare 4 interminabili mesi di preavviso. Quando mi hanno chiamato per dirmi che ero stato selezionato ci ho messo 3 giorni per elaborare la cosa.
Mi hanno segnalato l’annuncio (tu che me lo hai indicato, dovrebbero riservarti un posto in paradiso) dove Google cercava un Tecnico di datacenter a Torino e con il pensiero del “seh, figurati se prendono proprio me” ho preparato il curriculum da inviare.
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